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Le Isole Linguistiche

La provincia di Cosenza è un vasto territorio che comprende una parte di popolazione che parla due lingue che nulla hanno a che fare con quella nazionale o con quella dialettale calabrese, che segue un rito religioso diverso da quello latino, che perpetua tradizioni antiche che si differenziano da quelle circostanti, che ha una propria storia che parte dai luoghi d’origine Giorgio Castriota Skanderbeg, l'eroe nazionale degli Albanesi, il cui busto di bronzo si trova in quasi tutte le comunità arbreshe(storia davvero tragica e dolorosa quella dei valdesi) La Porta del Sangue che ricorda l'eccidio dei valdesi avvenuto il 5 giugno del 1561che si è insediata oltre cinque secoli addietro, che ha svolto con abnegazione e coraggio la sua parte nella lotta per l’Unità d’Italia, che ha donato i suoi figli migliori per la crescita ed il progresso della società italiana in tutti i campi, che ha saputo integrarsi mirabilmente e conservare nel contempo, pur tra enormi difficoltà, la diversità con orgoglio e tenacia.
 

Questa parte di popolazione è sparsa a macchia di leopardo nel territorio provinciale e vive in comunità ben distinte formando un arcipelago linguistico di eccezionale importanza, con un ricco patrimonio culturale, che tante altre regioni d’Europa invidiano.
 

Sono gli Arbëreshë o Italo-Albanesi i cui insediamenti nella provincia sono distribuiti nell’Alto Ionio (Castroregio / Kastërnexhi con Farneta, Plataci / Pllatëni), nel Pollino (Civita / Çifti, Frascineto / Frasnita con Eiannina / Purçilli, San Basile / Shën Vasili, Firmo / Ferma, Lungro / Ungra, Acquaformosa / Firmoza), nella Sila Greca (San Giorgio Albanese / Mbuzati, Vaccarizzo Albanese / Vakarici, San Cosmo Albanese / Strigàri, San Demetrio Corone / Shën Mitri con Macchia Albanese / Maqi, Santa Sofia d’Epiro / Shën Sofia), nella Sibaritide (Spezzano Albanese / Spixana), nei due versanti dell’Appennino calabrese (San Benedetto Ullano / Shën Benedhiti con Marri / Allimarri, Cerzeto / Qana con San Giacomo di Cerzeto / Sënd Japku e Cavallerizzo / Kejverici, San Martino di Finita / Shën Mirtiri, Mongrassano / Mungrasana, Cervicati / Cervikati, Santa Caterina Albanese / Picilia, Falconara Albanese / Fallkunara).
 

Sono anche gli Occitani d’origine valdese (Guardia Piemontese / La Gàrdia) nel versante tirrenico della dorsale appenninica che conservano la lingua d’Oc degli antichi trovatori.

Come le altre dodici minoranze storiche sparse per l'Italia, anche queste della provincia cosentina sono dal 1999 tutelate da una apposita legge quadro nazionale (n.482) e da una legge regionale del 2003 (n.15) che attualizza quanto sancito dall'art. 6 della Costituzione.

 

La Torre di Guardia

Infine troviamo le numerose piccole comunità allofone che costituiscono una costellazione variegata nel complesso del territorio provinciale, uno dei più vasti d'Italia e più ricche di testimonianze storiche, beni culturali e paesaggistici. i siti delle minoranza linguistiche rappresentano un valore aggiunto e costituiscono un importante volano per il turismo cultutale, etnico e religioso.ancora da sviluppare in Calabria.

Per i visitatori trovarsi in una di queste comunità ha un indubbio interesse sotto diversi aspetti. Nelle piazzette e nei bar ancora è possibile ascoltare gli abitanti del posto esprimersi con un linguaggio diverso. Partecipare e rimanere coinvolti durante le manifestazioni popolari o gli eventi religiosi nel rito bizantino.

Lungro, Cattedrale celebrazione liturgica nel rito bizantino-grecoLungro Cattedrale San Nicola di Mira di rito bizantino-greco

Visitare le chiese ricche di pitture, mosaici ed icone è qualcosa che rimane impresso nel tempo, ma che non si può trovare se non in queste comunità.

I meravigliosi e preziosi costumi di festa che ancora affascinano quanti hanno la fortuna di capitare da queste parti in occasione di eventi che si perpetuano da una vita.

Ascoltare le storie piccole e grandi di queste minoranze, conoscere gli eroi leggendari attraverso le rapsodie cantate e le danze tipiche accompagnate dagli antichi strumenti ancora in uso.

Ammirare i paesaggi suggestivi in cui sono incastonati i paesi. Non ultima, l’ospitalità della gente: una accoglienza non comune difficile da riscontrarla in altre parti.

Un invito, quindi, a visitare questi luoghi ancora, per fortuna, incontaminati dal turismo di massa, dove è possibile fare conoscenza soprattutto con la gente comune, nella loro quotidianità, non è poco.

 

Alfredo Frega